Fantastico Bosch notturno di Genova Voltri, acque nere e ferro, astri accesi dal sottosuolo, fuoco continuo, nessuna visibile presenza umana.
Letto quasi per intero “Les Indes Noires” di Jules Verne, dove un popolo di minatori sceglie liberamente di vivere per sempre nel fondo di una miniera di carbone, è felice e torna nel mondo di sopra solo in rare occasioni e di malavoglia. Potrebbe essere il futuro delle nazioni nordiche, la nostra scomparirebbe prima.
In quelle Nuove Aberfoyle sterminate abiterebbero famiglie di immigrati italiani, conservando la lingua e qualche ricordo, cartoline del Vesuvio eccetera.
Giovane prete in talare, sull'autobus, a voce alta: - È stato ucciso dal cognato con l'aiuto della moglie! Hanno confessato ... Cose incredibili! C'è sul giornale ... -
Verne non è ironico, crea miti.
Il suo mondo sotterraneo è realmente migliore dell'altro, l'oscurità permanente, senza piogge né l'una (c'è un sole artificiale, quando è festa lo si fa splendere di più) vista come una condizione eleggibile, purché ci sia il carbone.
È gente che sceglie il limbo volontariamente, per sottrarsi alla difficile ambiguità del Purgatorio; è allegra, anonima, sicura.
Il mondo del lavoro è così inorridito dal tragico, legge del mondo, che si potrebbe spostare facilmente in colossali Coal-cities un grandissimo numero di operai e di tecnici in cambio della sicurezza, dell'assenza di crisi, di un contratto senza fine.
Neanche pensionati uscirebbero più.
Sentierino che fu la vecchia Via Aurelia, nei giardini Hanbury, coi pezzi danteschi di Purgatorio e lapide che ricorda celebri artisti su lenta mula, Caterina da Siena, Machiavelli, Bonaparte ...
Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Un Viaggio in Italia» https://penisolabella.blogspot.com/2024/06/un-viaggio-in-italia-del-1981-1983-di.html
A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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