エピソード

  • Questo baretto genovese pieno di fumo da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    2025/07/19
    Questo baretto genovese pieno di fumo e di miasmi sonori mi incaldisce i pensieri, tuttavia gli resta, nel decomposto, qualche charme (tavolini rotondi di marmo, parete con paesaggio idiota).
    Un magrebino seduto davanti a un bicchiere di vino rosso: non beve, fissa un suo vuoto. Si mangiano porcherie: arrosto freddo, vecchi uova ...

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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    15 分
  • Nino De Masi e il risveglio delle coscienze da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino
    2025/07/19
    Ci sono uomini e uomini.
    Quando ho conosciuto Antonino De Masi ho capito che cosa significa realmente ribellarsi alla 'ndrangheta, denunciare non fuggire, scegliere di restare nel proprio paese. La storia di questo imprenditore calabrese di Rizziconi, un piccolo centro della Piana di Gioia Tauro, era dimostrazione quasi esemplare che c'è una Calabria che vuole reagire, che opera, sfidando burocrazia e malaffare, indifferenza e richieste di “pizzo”.
    Una Calabria che non è disperata, né tanto meno rassegnata.

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    Il racconto di un viaggio metaforico e personale alla ricerca delle "eccellenze“, per riscoprire città e luoghi così diversi l'uno dall'altro, ma tutti accomunati da una grande voglia di riscatto e di speranza. Per dar voce ad un "altro Sud", che non si arrende e scommette sul proprio futuro.
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    19 分
  • Mattarella e le "eccellenze" calabresi da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino
    2025/07/18
    «È stato un momento emozionante quando alla vigilia del Primo Maggio è arrivato qui il presidente Sergio Mattarella. Ci ha detto una frase molto bella: "Sono contento di festeggiare con voi". Per me è stata una soddisfazione personale. Abbiamo contribuito noi lavoratori al successo di questa azienda. Qualcosa di bene lo abbiamo fatto».
    Giuseppe Scorza è un operaio di 60 anni, delegato sindacale della Fai Cisl, la federazione del settore agroalimentare.
    È nato e cresciuto a San Lorenzo del Vallo, un paesino di tremila anime della provincia di Cosenza.
    Lavora dal 1989 alla Gias di Mongrassano, un'azienda del distretto agroalimentare Cosentino che opera da oltre 50 anni nel campo della produzione «al cento per cento naturale», ci tengono a dire da queste parti, senza conservanti e coloranti di alimenti vegetali surgelati e piatti pronti.
    È un'impresa tra le più grandi al mondo in questo settore, un modello di innovazione, produttività, qualità dove operano in alta stagione fino a 400 persone, senza contare indotto.

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    42 分
  • Sera del 29 dicembre, Siena da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    2025/07/18
    Sera del 29 dicembre, Siena. Piove. Faccio più volte di notte il giro del Campo deserto.
    Mi pare di vedere la Russia come un'enorme bocca spalancata per ingoiare la Torre del Mangia.
    Quella che era detta una giovinetta (la parola è caduta, il tipo ancora esiste) mi appare, solo una piccola testa scura, dai una grande finestra.
    Troppo grande la cornice per quel piccolo raggio!
    Dietro quel minimo segno vivente è il vuoto e il buio, la grande morte vittoriosa che avvolge la nostra miserabile nave tra le galassie, e io abortisco il saluto che vorrebbe sorridergli, mi affretto a svoltare per timore di non essere capito, di non avere risposta ...
    Ancora pochi passi e non li vedrò più, quel volto delicato e triste, quegli occhi capaci forse di guardare oltre il muro, mi resterà soltanto tra le mani una farfalla morta, un moto lieve che si irrigidisce da fissare come ricordo sulla carta, da ritrovare con commozione.

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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    17 分
  • La Fiat-Lingotto sarà presto muta da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    2025/07/16
    Era un ascensione paradossale, per la straordinaria pista spirale creata da Mattè-Trucco nel 1920, dal buio verso la luce (mattinata nebbiosa) come se questa architettura industriale concepita come una macchina utensile, e già lontana, fosse una cattedrale esterna del Sottosuolo, un albero senza linfa del tenebroso mondo dei Metalli.
    Si esagera nel dirne meraviglie, ma certo non è priva di genialità né di arte: lo è di bellezza, di significato ...
    Questa cattedrale è visitabile soltanto in macchina: dopo l'ultima curva della veloce ascesa, quasi planando sul tetto, si percorre come culmine rituale la sterminata, emozionante pista dei collaudi ...
    La vista è sull'enorme groviglio ferroviario e sullo stabilimento con i suoi cortili carcerari.

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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    10 分
  • Imprese sociali e sindacalisti riformisti da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino
    2025/07/16
    Si chiama Enrico Parisi. A trentadue anni è oggi uno dei più giovani "cavalieri" della Repubblica.
    Un riconoscimento che Sergio Mattarella gli ha assegnato per il suo impegno imprenditoriale e sociale in Calabria, «per il contributo alla promozione di pratiche di sostenibilità sociale, ambientale ed economica».
    La storia di questo "ragazzo” di Calabria è anch'essa esemplare.
    Lui è nato a Corigliano-Rossano, una città di settantaquattro anime nella fascia orientale della piana di Sibari tra la Sila e la costa ionica.
    Non è facile arrivare fin qui, in quell’andirivieni delle strade calabresi, come se fosse un labirinto, un nodo storico irrisolto di questa terra, dove sia i collegamenti lungo la litoranea, sia quelli interni, sono del tutto insufficienti per un vero sviluppo produttivo.
    Corigliano si erge maestosa su una piccola collinetta circondata di uliveti e agrumeti dai colori variegati, con i suoi vicoli, le dimore rurali, con le sue sagre durante tutto l'anno, come quella del pesce azzurro che viene organizzata durante i primi mesi di agosto a Schiavonea, dove il mare è di una limpidezza caraibica.
    L'aria profuma di zagara, di salumi tipici come la soppressata, la salsiccia di montagna, il capocollo.
    Enrico Parisi è nato qui, in questo "paesone", che ha il suo cuore spirituale nella cattedrale di Maria Santissima Achiropita, con le sue opere, i decori, l'atmosfera mistica.
    Dopo la laurea alla Bocconi di Milano in economia aziendale e management, e aver fatto un'esperienza in Brasile con la Camera di commercio di Rio de Janeiro, Parisi nel 2016 decide di tornare in Calabria, si impegna nell'azienda di famiglia, modernizzando le tecniche per produrre olio biologico, frutto di un'accurata selezione di olive monocultivar Dolce di Rossano, Carola, Tondina, Nocellara.
    Un prodotto di eccellenza, spedito in tutta Italia, che è sopravvissuto a quattro generazioni fin dagli anni Venti del secolo scorso.
    Ripartire dalle persone per costruire un Sud diverso.
    È stato questo il motto vincente di questo giovane manager, oggi responsabile nazionale dei giovani Coldiretti, il quale non si è limitato a produrre un olio di alta qualità per tutti a prezzi calmierati.
    Ha deciso anche di creare nel 2019 il primo "orto sociale” di Corigliano-Rossano dove piante di pomodori e peperoni sono state utilizzate come strumenti di "pedagogia agricola", con la collaborazione di una cooperativa, “Figli della luna”, un centro diurno che offre ricovero intrattenimento a sedici persone "super abili", come preferisce definirli Parisi.

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    24 分
  • Garibaldi e lo stoccafisso di Mammola da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino
    2025/07/15
    Sant'Eufemia in Aspromonte: sarebbe soltanto un fascinoso toponimo in una Calabria selvaggia e spesso dimenticata, ma è qui che il 29 agosto del 1861, nella grande pineta che sovrasta questo piccolo paese di tremila anime, a 50 km da Reggio Calabria, venne ferito e arrestato Giuseppe Garibaldi dalle truppe del neonato Regno d'Italia, incaricati di fermarne il cammino verso Roma e lo Stato Pontificio.
    Da tanti anni volevo vedere questo luogo ed eccomi, dunque, in un pomeriggio tiepido davanti al grande pino secolare, protetto da una cancellata corrosa dalla ruggine, dove, secondo la tradizione, fu adagiato l'eroe di “due mondi" ferito a una gamba.
    Accanto c'e la lapide grigia che ricorda l'episodio, semicoperta da un soffice tappeto di aghi di pino, tra fiori di ciclamini e pigne che a profusione ricoprono il terreno.
    Da lassù l'occhio abbraccia il Tirreno e lo Ionio e coglie persino il triangolo di Sicilia e le isole Eolie.
    Da queste parti si mangia lo "stocco", un piatto tipico di Mammola a base di stoccafisso, merluzzo essiccato all'aria preparato con salsa di pomodoro fresco, le patate a spicchi, le cipolle di Tropea, olive, capperi e peperoncini di Calabria.
    Una volta era considerato il mangiare dei poveri, visto che i contadini lo offrivano ai braccianti in occasione dei lavori duri nella campagna.
    La Taverna del Borgo a Mammola è una sorta di tempio dello stocco, cucinato in modi fantasiosi, è servito insieme alla ricotta affumicata, al formaggio caprino, ai salumi, al pane "pizzata" a base di mais cotto del forno a legna.
    Non è propaganda. Ma il solo fatto di fermarsi a pranzo in quel posto, giustifica la fatica di centinaia di chilometri in quella Vallata del cuore dell'Aspromonte, dove, come scriveva Piovene: «Non sembra di essere nel Mezzogiorno, ma in Svizzera, nell'Alto Adige, nei Paesi scandinavi, con profonde valli, Canyon, e torrenti con pendenze precipitose».
    La mia meta rimane, però, Sant'Eufemia, dove Garibaldi si era rifugiato lontano dai cannoni della Marina Regia, cercando una posizione ben difendibile.
    Per arrivare in questo sito, legato alla storia del nostro Risorgimento, bisogna partire di buon mattino dal laghetto Rumia e percorrere poi il sentiero garibaldino tra i boschi di faggio maestosi e le profumate ginestre dei “carbunari" alte quasi tre metri con i fiori di un color giallo intenso.

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    16 分
  • Treno per Ventimiglia, notte da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    2025/07/15
    Fantastico Bosch notturno di Genova Voltri, acque nere e ferro, astri accesi dal sottosuolo, fuoco continuo, nessuna visibile presenza umana.
    Letto quasi per intero “Les Indes Noires” di Jules Verne, dove un popolo di minatori sceglie liberamente di vivere per sempre nel fondo di una miniera di carbone, è felice e torna nel mondo di sopra solo in rare occasioni e di malavoglia. Potrebbe essere il futuro delle nazioni nordiche, la nostra scomparirebbe prima.
    In quelle Nuove Aberfoyle sterminate abiterebbero famiglie di immigrati italiani, conservando la lingua e qualche ricordo, cartoline del Vesuvio eccetera.
    Giovane prete in talare, sull'autobus, a voce alta: - È stato ucciso dal cognato con l'aiuto della moglie! Hanno confessato ... Cose incredibili! C'è sul giornale ... -
    Verne non è ironico, crea miti.
    Il suo mondo sotterraneo è realmente migliore dell'altro, l'oscurità permanente, senza piogge né l'una (c'è un sole artificiale, quando è festa lo si fa splendere di più) vista come una condizione eleggibile, purché ci sia il carbone.
    È gente che sceglie il limbo volontariamente, per sottrarsi alla difficile ambiguità del Purgatorio; è allegra, anonima, sicura.
    Il mondo del lavoro è così inorridito dal tragico, legge del mondo, che si potrebbe spostare facilmente in colossali Coal-cities un grandissimo numero di operai e di tecnici in cambio della sicurezza, dell'assenza di crisi, di un contratto senza fine.
    Neanche pensionati uscirebbero più.
    Sentierino che fu la vecchia Via Aurelia, nei giardini Hanbury, coi pezzi danteschi di Purgatorio e lapide che ricorda celebri artisti su lenta mula, Caterina da Siena, Machiavelli, Bonaparte ...

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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