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Collana: Passaggi di vita Un gene egoista ci abita e una pulsione primordiale ci spinge ad agire in funzione di un unico stimolo primario: procreare. Come per tutto ciò che è vivente, attraverso di noi la vita vuole vivere, rigenerarsi, replicarsi. E per sollecitare una partecipazione, nell’atto sessuale rivela sé stessa: al culmine di gesti che si fanno convulsi, di emozioni fuori da qualsiasi logica e razionalità, c’è un’esplosione che permette di percepire il nostro essere potenza creatrice.

Collana: Le opere esperienziali “Il nostro sentirci superflui e appesantiti dalla vita non è dovuto al suo essere inutile. L’esistenza è appagamento senza fine, ma noi abbiamo scordato il sentiero che conduce a quel destino. Esistiamo senza avere alcun rapporto con la vita. Questo non è vivere, ma aspettare di morire; e come può l’attesa della morte essere altro dalla noia? Come può portare felicità?

Collana: Sulla via della trasformazione “Cambiare la struttura della consapevolezza fa parte della mia strategia” così Osho esordisce in questo libro, utile a chi aspira a governare la propria vita. Vettore di una rivoluzione interiore, da lui definita “permanente”, Osho spiega il modo in cui opera: “La funzione di un Maestro è strana: deve aiutarti a comprendere la struttura interiore della tua coscienza, che è colma di gelosie e di invidie.

Collana: Le opere sapienziali Di fronte a un nuovo millennio e a tutte le sue contraddizioni che ripropongono all’umanità comportamenti distruttivi, rivelatori che la Storia recente nulla sembra aver insegnato, Osho suggerisce una rinascita dello Zen, preso nella sua essenza e rigenerato, in funzione del nuovo contesto occidentale con il quale l’uomo moderno deve fare i conti. A suo favore lo Zen ha ottime qualità evolutive, essendo la più alta espressione – secondo Osho – che contrappone la logica e la verità della natura alle normali pretese della pura sopravvivenza.

Collana: Le opere esperienziali La mente è un fenomeno recente, spiega Osho, giunto come lo strumento più evoluto creato dalla natura per facilitare la nostra sopravvivenza. Tuttavia, proprio la sua funzione, la rende vecchia; perché basa i suoi ragionamenti sul passato. Ed è conformista, conservatrice, sempre in ansia perché “programmata” per difendere e preservare l’organismo che la ospita. Pertanto, messa al comando diviene il problema.

“Il mio sforzo è condurre l’uomo e la donna a una dimensione in cui si possano accettare a vicenda, in quanto polarità complementari e opposte. Se una sola frazione, seppur minuscola, della società riuscirà a rispettarsi vicendevolmente, avverrà un’incredibile rivoluzione.” Così Osho introduce a una delle sue prospettive che rimane un’utopia, là dove prevale un’idea maschio-centrica di come il mondo dovrebbe essere. Questa antologia è nata sulla base di domande fatte a Osho da tante donne, e grazie a un lavoro di selezione di altre donne.

Si conclude con questo quarto volume il viaggio di comprensione sollecitato da Osho sull’onda delle intuizioni che Kahlil Gibran ha lasciato in dono all’umanità, nel suo capolavoro: Il Profeta. Nel volume, Almustafà – il Profeta ideato da Gibran – parla dell’essere naturali, della Bellezza, della Religione e della religiosità, della Morte e della rinascita, ma soprattutto si dilunga nell’Addio, sollecitando a lasciare che tutto ciò di cui si è parlato rimanga come un seme nel cuore.

Rispetto a Gesù viene spontaneo chiedersi qual è la vera motivazione che sottende un’attrazione fatale, tale da rendere ineluttabile un confronto, secolo dopo secolo, malgrado i tanti cambiamenti di prospettive e contesti. Osho chiarisce così: “In Cristo tutte le aspirazioni dell’umanità vengono appagate: è una sintesi rara. Di solito un essere umano vive con angoscia, tormento, ansia, dolore, infelicità. Gesù è in agonia come te, è nato come ogni essere umano – e sulla croce è straziato.

Considerando lo stato delle cose, oggi come all’epoca del Buddha, viene spontanea una domanda: esiste qualcosa, potente come un diamante, in grado di recidere ogni illusione? Qualcosa che ci liberi dall’abituale meccanismo di inibizione che impedisce di partecipare alla fluida armonia della vita? Il discorso del Buddha, tramandato nei secoli come “Il sutra del diamante” sembra contenere questa potenzialità.

Il Sufismo – inteso come processo esperienziale – che Osho invita a visitare in questo libro, apre al mondo dell’amore incondizionato. Qualcosa a cui tutti aspiriamo, nel nostro innamorarci e relazionarci. Come spiegato nel primo capitolo, occorre però connettersi con quanto condiviso tramite l’esperienza, e in tal senso Osho e i mistici Sufi sono ricchi di strategie proposte nel testo, rimaste efficaci nel tempo.

Die 112 Meditationstechniken stammen ursprünglisch aus einer tantrischen Tradition, die Osho in unsere Zeit überträgt und dem zeitgenössischen Zuhörer leicht zugänglich macht. Im zweiten Teil dieses Audiobuchs stellt unser „spiritueller Reiseführer“ Osho, weitere Meditationen vor und ermutigt uns mit diesen Techniken zu experimentieren.

“Lo Zen è un’esperienza improvvisa: non c’è preparazione, non ci sono prove, non c’è una disciplina, non c’è un sentiero” chiarisce Osho, e aggiunge: “All’improvviso apri gli occhi: come se un lampo ti avesse colpito, interrompendo il sonno di milioni di anni. In quell risveglio, conosci il mistero dell’esistenza.” A quella folgorante esperienza Osho avvicina in queste tredici immersioni, sollecitando il momento inevitabile che nella vita quotidiana si ha la tendenza a ignorare.

“L’essere umano è una malattia. Le malattie lo colpiscono, ma l’uomo in quanto tale è a sua voltauna malattia. Quello è il suo problema, ed è anche la sua unicità; quella è la sua buona sorte, ma al tempo stesso è la sua sfortuna. Nessun altro animale sulla Terra ha un problema simile, nessuno deve confrontarsi con una simile ansia, con quella tensione, con quel disagio, con un simile stato patologico; cosa che invece l’essere umano deve fare”. Osho

“La musica è meditazione: meditazione cristallizzata in una particolare dimensione. La meditazione è musica: musica che si dissolve nell’assenza di dimensioni. Ami la musica perché intorno ad essa senti accadere la meditazione. Ne sei assorbito, inebriato. Qualcosa dell’ignoto inizia a discendere in te. Il tuo cuore batte a un ritmo diverso: sei in sintonia con l’universo. All’improvviso sei immerso in un profondo orgasmo con il Tutto. Una danza sottile penetra nel tuo essere, una soglia chiusa da sempre inizia ad aprirsi.

Secondo Osho «Il silenzio è la meditazione per eccellenza, ed è la base di qualsiasi esperienzareligiosa. Ma in cosa consiste? Potresti crearlo, potresti coltivarlo, potresti importelo... ma così rimane qualcosa di superficiale, di falso, una finzione. Potresti farne una pratica, in quel casoinizierai a percepirlo e a sperimentarlo; ma proprio il tuo farne un esercizio, lo renderà una sorta di autoipnosi. Quello non è il vero silenzio. Il silenzio vero affiora solo quando la tua mente si dissolve, non a causa di un qualsiasi sforzo, magrazie a una comprensione.

Di solito si vive in base a un’immagine di sé che si crea guardando e adeguandosi agli altri, a loro volta cresciuti adattandosi ai propri simili. Tutto ciò genera un mondo di apparenze che ruota intorno a finzioni che rivelano la loro vacuità di fronte a eventi improvvisi che mandano in frantumi ogni cosa. Oggi, in un mondo le cui condizioni continuano a mutare, si è sempre di più spinti a domandarsi quale sia davvero il volto dell’umanità, e quale il proprio vero volto.

L’India e la sua esperienza millenaria nell’arte di collegarsi con i grandi misteri della vita, appare inqueste pagine in tutta la ricchezza delle sue tradizioni e nella grandiosità di una scienza del mondo interiore che ha visto impegnato, ieri come oggi, l’intero genio di questo popolo.

Si conclude con questo volume il processo di “addestramento della mente” – e del cuore – delineato da Atisha, con una messa a fuoco più profonda sul segreto per trasformare le proprie energie e il loro orientamento A questo punto della sperimentazione, se portata avanti con regolarità e intensa partecipazione, il ricercatore del Vero inizia a vivere come Maestro di se stesso, ed è in grado di riversare la sua luce e la sua chiarezza nel mondo.

Ci si avvicina allo Zen perché è sempre più evidente che il rischio di rimanere rinchiusi in un seme – oin un bocciolo – risulta più doloroso del rischio di sbocciare. Ed è lo Spirito del tempo, con il generale crollo delle abituali certezze, a spingere verso un’esperienza che apra a una comprensione di séindubitabile. E lo Zen aleggia tra noi come un vento che accarezza e al tempo stesso scuote, sollecitando un risveglio che è di fatto una liberazione: la libertà da se stessi.

Collana: Sulla via della trasformazione Perché avere un Maestro; ma, soprattutto, perché essere un discepolo? Questa antologia avvicina a quella che viene definita "la storia d'amore più grande", "l'avventuraper eccellenza", "la risoluzione di ogni enigma", "la riscoperta di sé".In proposito, Osho ha spiegato: "Avvicinarsi al Maestro è un modo per diventare un Maestro. Ionon sono un insegnante, sono una semplice presenza che sollecita in te ciò che è addormentato, cosìda permetterti di riconoscere te stesso".