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サマリー
あらすじ・解説
Analizzare un problema è il primo passo che devi fare per poterlo risolvere, molte volte non è cosi chiaro il tipo di problema. Oggi vediamo insieme 3 semplici passi per aggredire il tuo problema ed arrivare in modo efficace alla soluzione, iniziamo subito Ciao sono Domenico e nel video di oggi andiamo ad approfondire 3 passi per poter analizzare, trovare e risolvere un problema che sia lavorativo o personale. Siamo nell’ambito del problem solving Non sai ancora cos’è il problem&solving o vuoi saperne di più? ho preparato una playlist apposita con tutti i video che ho fatto e che farò sull’argomento. Riuscire ad individuare un problema non è così facile, ma è l’elemento più importante per attuare in modo corretto il processo di problem solving. Infatti, sbagliare questa operazione equivale a correre il rischio di spremersi le meningi per cercare una soluzione non adatta al problema che effettivamente abbiamo. Inizialmente non sia piena coscienza del problema che è in corso ma si avverte un disagio. E’ da qui che devi partire, iniziando a cercare l'origine di questo malessere non ben identificato. Usa le tue emozioni che ti segnalano che qualcosa non va come vorresti, ascoltale, analizzale e cerca di capire quando, come e dove questo disagio ha avuto inizio ed interrogati su cosa effettivamente non va. quindi il passo iniziale è cercare di comprendere che il disagio che senti nasconde nell’ombra un problema. Solo ora puoi cercare la via per debellare ciò che ti ostacola e non ti fa andare avanti sereno. Subito dopo aver preso coscienza di questo puoi dedicarti a quello che nel problem solving viene chiamata identificazione. Immergiti nella bolgia dei pensieri e delle sensazioni e trova il problema istigatore. Questa è una fase molto complicata ma anche molto importante, richiede pazienza e tanta motivazione. Un suggerimento pratico: in questo tuo lavoro di individuazione prendi carta e penna e riporta sul foglio tutte le situazioni che ti provocano disagio. Per ognuna di esere scrivi delle domande come per esempio “cosa mi blocca nel fare quella data cosa?”, “se domandi il mio problema scomparisse che cosa mi verrebbe a mancare?”. Solo così potrai effettivamente capire qual’è per te il vero problema. Questo primo passo nel problem solving prende il nome di Problem Finding, ossia prendere coscienza del disagio. Una delle finalità di questa fase è quella di comprendere quale tra i problemi emersi è il primo che dovrai gestire. Infine il problema viene definito in linea generale e se ne delimitano i confini. C’è una forte relazione tra la fase di problem finding e le soluzioni trovate. Prima di passare alla fase di analisi è necessario passare per la fase denominata Problem Setting, che permette di mettere a fuoco il problema trovato nella fase di problem finding. A questo punto, dopo aver tramutato il tuo stato d’ansia in un nodo da sciogliere dovrai riuscire a rispondere a questo quesito “Che cosa fare?”. Definire bene la questione equivale ad aver già fatto metà lavoro (lo so è un ever green questa massima). In questa fase la situazione problematica viene descritta e poi sulla base di questa vengono poste le domande corrette per trovare una soluzione. Devi definire il malessere, cosa lo provoca e solo dopo potrai riuscire a descriverlo ed eventualmente riferiscilo a chi percorrerà con te la via verso la risoluzione. Ma chiediti anche se ti era già capitato di trovarti di fronte ad una situazione del genere, prova a pensare chi sono gli attori di questa situazione. Sei sei sopravvissuto ai primi due passi sei pronto per il terzo, la Problem Analysis che ti porterà alla strada verso la soluzione. Procedendo in questo modo riuscirai a scomporre il problema in un elenco di attività da eseguire per arrivare a sciogliere il nodo principale. Uno dei sistemi che mi piace sempre spiegare ed è stato un mio motto per molto tempo è il motto latino attribuito a Filippo il Macedone “divide et impera”, ossia...