• Io lo sapeva ca me lu ammazzavanu, a Giuseppe.
    2024/12/18

    Un viaggio dentro l'anima di Felicia Bartolotta Impastato, madre di Giuseppe Impastato, assassinato dalla mafia democristiana a Cinisi il 9 maggio 1978.

    Ascolteremo le emozioni più nascoste che agitano la mente di una madre, dilaniata tra il rispetto per un marito "amico degli amici" e l'amore per un figlio che questi "amici" combatte e denuncia in pubblico.

    Un conflitto generazionale, quello di Peppino Impastato, acuito dall'essere nato in una famiglia imparentata e collusa con esponenti di spicco della mafia locale del tempo.


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    38 分
  • Radio AUT: epilogo - Ep. 8
    2023/02/27

    Peppino oggi è diventato un mito cui ha contribuito, secondo me, anche un racconto epico delle esperienze, dimenticandoci qual era la realtà del tempo. Quale era il modo in cui eravamo visti, froci e puttane, straccioni senza voglia di lavorare e pure non ci davamo pena. Piccoli Don Chisciotte contro i mulini a vento. Emarginati quanto ad ascolto e capacità di incidere nel territorio quando il gruppo, o quello che ne restava, si è politicizzato ulteriormente. Come diceva uno dei redattori di Radio AUT, “avevamo la sensazione di avere come interlocutore solo il microfono”. Era molto più facile sintonizzarsi su emittenti locali che proponevano dediche in diretta e musica commerciale da mani a sera. Altro che la noia dei notiziari o degli speciali di quattro straccioni.

    Peppino era solo un uomo libero che usava l’ironia e la satira come arma di denuncia, senza compromessi. Oltre a questo è stato ribelle verso la mentalità mafiosa che aveva in casa, ribellandosi al padre. E forse è anche questa ribellione la molla che spinge le giovani generazioni ad amare così Peppino. Ad identificarsi con la sua figura come riscatto di tutte le liti e le incomprensioni che il contrasto generazionale porta sempre inevitabilmente con sé, anche se oggi sono tempi più liberi. Tutto ciò ha semplificato e decontestualizzato il suo operato che è molto più vasto ed articlato, all'interno di quello che era il movimento, respirandone vagiti, sviluppi, rigurgiti, sicurezze, contraddizioni ed insicurezze. 

    Terminano così gli episodi sulla vera storia di Radio AUT. Seguirà un episodio speciale tutto dedicato agli scritti di Peppino su Radio AUT che riflettono la sua coerenza e capacità critica e di analisi, non quelle frasette che rimbalzano continuamente sui social, scimmiottate e trasformate anche nell’essenza del messaggio o completamente inventante, prese per buone da un film che è sempre un film, senza capire cosa è reale e cosa no.

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    14 分
  • Radio AUT: mesi orribilmente indimenticabili - Ep. 7
    2023/02/20

    The end!

    Nei primi giorni del 1981, dopo le feste, con tanta amarezza e tristezza, Radio AUT chiude definitivamente le attività. L’assassinio di Peppino ci ha tagliato le gambe, inutile far finta che non è così. La radio che era diventata punto di riferimento delle radio democratiche della Sicilia grazie al lavoro incessante, continuo, capillare, testardo e quotidiano di Peppino e pochi altri, chiude. Peppino ci ha fatto capire che la mafia è nemica della classe operaia, è il nemico della democrazia, è l’obiettivo della lotta di classe contro l’egemonia dei potenti. Il suo assassinio stronca qualunque possibile futuro impegno culturale e politico. Niente sarà più come prima.  Con l’assassinio di Peppino viene a mancare quella lucidità, quella capacità di lettura critica e profonda dei fatti e della realtà, senza lasciarsi abbagliare da un approccio superficiale ai fatti e alle notizie. Si spezza quel processo di maturazione e responsabilità. Manca anche il rapporto con il movimento che nel frattempo è ormai scomparso, ricacciando tutti nel privato e nel personale.

    Ci siamo sempre chiesti cosa avrebbe fatto Peppino in tutti questi anni se non fosse stato eliminato. Sono sicuro che avrebbe intuito quelle potenzialità che aveva intravisto nel mezzo radiofonico per utilizzare tutte le nuove tecnologie, che nel tempo si sono innestate sui nostri modi comportamentali, per piegarle al suo modo di fare satira, ironia. Le avrebbe usate per continuare a sbeffeggiare ed irridere i potenti, sarebbe stato sempre nelle piazze e nelle strade per essere momento di coagulo di lotte ed iniziative. Avrebbe continuato a mettere l’ironia e la sua persona al servizio della lotta di classe. Quanto alla sua esperienza di consigliere … mah … è probabile che si sarebbe stancato presto di questa inutile figura istituzionale, sputtanando tutti in pubblico e tornando ad essere la voce libera tra la gente.

    Oggi Peppino è una icona, un eroe dei giovani, con il suo esempio di giovane ribelle, che paga con la vita l’essersi opposto alle imposizioni della famiglia e della mafia, diventando il paladino della lotta alle ingiustizie. Purtroppo questo modo di decontestualizzare e guardare a Peppino è, se non fuorviante, quanto meno parziale: manca il substrato culturale e politico, l’essere soggetto rivoluzionario in un’epoca di cambiamenti, di rivolgimenti della politica e della cultura, con quell’incontenibile bisogno e capacità di comunicare bisogni e certezze. Manca la considerazione della scelta di rilancio della militanza in una fase di riflusso dalla politica da parte del movimento. Manca considerare quella capacità, quella forza capace di aggregare e coagulare e organizzare, attorno a sé, tutte quelle istanze capaci poi di protestare per i propri bisogni. Peppino è stato molto di più … ma di queto ne parleremo in un prossimo episodio.

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    25 分
  • Radio AUT: Il sociale e i grandi eventi - Ep. 6
    2023/02/13

    Morto Peppino, Radio AUT perde tutta la sua incisività e va verso una inesorabile chiusura dell’esperienza. La sconfitta del movimento iniziata con lo scioglimento di Lotta Continua lasciava un grande vuoto: senza più direzione politica a cui Peppino aveva fatto riferimento negli anni precedenti, faceva fronte con la peculiarità delle sue scelte di intervento sociale, e con la sua partecipazione alla competizione elettorale facendo di Peppino un bersaglio isolato e da eliminare al più presto. Resta la rabbia mista al dolore ed all’amarezza. Resta l’emozione del suo ricordo e di tutta l’attività, a volte pervasa da un senso di imbarazzo per le cose fatte o non fatte che potrebbero sembrare oggi poca cosa ma sul finire di quegli anni ‘70 erano pioneristiche e tutte da sperimentare. E’ stato un vero e proprio laboratorio sociale, una esperienza collettiva e anche contraddittoria, senza la possibilità di verificare quello che era il progetto dell’inizio, senza un futuro sicuro ma tutto da scrivere, da vivere e inventare, con una direzione ben precisa ma senza nessuna certezza. Peppino fa della lotta alla mafia la peculiarità sua e di quella della sinistra extraparlamentare, che si era nutrita sempre di controinformazione, e questo era già intervento politico, e trova in questa lotta nuova linfa vitale. Anche se in paese si era soli, isolati, con rapporti interpersonali compromessi, se anche a livello nazionale il Partito Comunista era nemico di tutto ciò che c’era alla sua sinistra, facendosi magistratura e forza di polizia, usando tutta la sua forza nelle fabbriche per forzare gli operai alla delazione attraverso la cultura del sospetto, la passione politica di Peppino e di quella generazione proveniva da una attenzione globale verso il mondo. Una generazione mondo, come la chiama Erri de Luca, capace di una visione più ampia rispetto alla miopia dei faccendieri locali. E’ stato un progetto di cui non abbiamo mai visto lo sviluppo.

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    21 分
  • Radio AUT: Onda Pazza - Ep. 5
    2023/02/06

    Radio AUT vive giorni di impegno frenetico, orribilmente indimenticabili. A livello nazionale partono i primi teoremi che riuniscono in un tutt’uno la complessità del movimento, appiattendolo nelle esigue minoranze armate; le prime sperimentazioni dei nuovi modelli repressivi con il PCI a gestire la repressione, passando dalla strategia della tensione a quella della repressione. A Cinisi e Terrasini la presenza nel territorio si moltiplica e così anche la qualità dell’impegno politico: il collettivo femminile/femminista porta avanti le sue inchieste su lavoro nero, aborto, divorzio; il collettivo antinucleare inizia una campagna di controinformazione e proposte alternative alla nuclearizzazione di massa; si prende posizione rispetto al sequestro Moro, seguendone le vicende; Peppino lancia la trasmissione di satira politica, o di fantapoltica, come la chiama lui, “Onda pazza”, che coniugata con i suoi volantini di denuncia serrata delle malefatte dell’amministrazione, collusa con la mafia, diventa uno schiaffo urticante contro i potenti del tempo, mentre il collettivo politico stila la programmazione per la campagna elettorale con Peppino capolista. E’ un momento di militanza che si focalizza soprattutto contro il potere mafioso inteso come multinazionale capace di condizionare tutta la sfera sociale, portandoci di conseguenza ad una rottura definitiva con la famiglia mentre la società ci additava come “folli”, con sguardi pesanti, carichi di avvertimento, con battute sarcastiche che nulla lasciavano presagire di buono. Una potenza tangibile dello sguardo con quella sua capacità di condizionare, di impressionare, di trasmettere pregiudizi, risentimenti, avvertimenti che altro non erano che espressione di ignoranza e di chiusura.

    Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.

    Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.

    Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.

    Frammenti di Onda Pazzasono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.

    I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.

    Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.

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    22 分
  • Radio AUT: il collettivo femminista al microfono-Ep.4
    2023/01/30

    Radio AUT ha iniziato a trasmettere. Era la nostra protesta contro le ingiustizie che vedevamo intorno a noi. Volevamo creare qualcosa di nuovo e diverso, qualcosa che potesse aiutare le persone a capire l'importanza della propria vita libera dalle oppressioni e dal gioco mafioso. La radio era il mezzo più immediato per la circolazione del pensiero critico e dell’informazione o meglio, della controinformazione. Radio AUTraccoglie ed amplifica la voce delle varie istanze: dal femminismo all’antinucleare, dalla disoccupazione allo sfruttamento dei lavoratori, dalla corruzione all’abusivismo. Ciò porta inevitabilmente al tentativo di continuazione e sviluppo del progetto radiofonico in un obiettivo di costruzione di un movimento politico di opposizione al sistema. Si va in controtendenza rispetto alla storia nazionale dove stava venendo a mancare la comunicazione politica in un clima molto difficile, dove la repressione dello stato determinava un ritorno al privato dei soggetti che pur avevano avuto grandi esperienze in gruppi organizzati, senza più riferimenti operai a causa dello smantellamento progressivo delle fabbriche, con la dissoluzione della parte più ribelle e combattiva della classe operaia, messa in cassa integrazione e mai più assunta, e con quell’elemento che risulterà devastante: il femminismo militante.

    Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.

    Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.

    Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.

    Frammenti di Onda Pazzasono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.

    I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.

    Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.

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    21 分
  • Radio AUT: struttura ed organizzazione - Ep. 3
    2023/01/23

    Con la nascita di Radio AUT si interrompe il progetto di aggregazione giovanile che, con tutte le sue contraddizioni, leggerezze e scazzi, si poneva in confronto dialettico con la società in costante cambiamento, scontrandosi con la realtà locale. Famiglie in primis. Si chiude, o forse è meglio dire, si trasforma quel progetto culturale in uno di impegno politico perché Peppino insiste a spingere il gruppo verso la politica attiva abbattendo quanto più possibile quella distanza che esiste ed esisteva tra il personale ed il politico. A differenza delle grandi organizzazioni della sinistra, che si ponevano la questione del potere, questo è stato un obiettivo che non è mai passato, non ci ha mai interessato. Si pensava di cambiare la vita, cambiare lo stato delle cose partendo dalla propria soggettività, dai cazzi propri che ognuno aveva in casa con i genitori, con la propria compagna o compagno, a scuola o nel lavoro e nella società in genere. Ritengo che i due anni di attività culturale al circolo Musica e cultura siano stati per Peppino una parentesi dalla passione e dall'impegno più strettamente politico come lo intendeva e viveva lui o anche di riflessione sul processo politico e culturale in corso. Il gruppo culturale non raggiunse mai il grado di impegno e di maturità politica come avrebbe voluto Peppino. Ecco quindi la forzatura, la spinta verso uno strumento che diventa momento di lotta attiva, partecipe e partecipata, nel territorio. Il circolo è stato un primo passo verso questo obiettivo, e Peppino ora spinge ad andare avanti, con una nuova consapevolezza e con uno strumento che fungesse da leva al cambiamento sociale.

    Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.

    Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.

    Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.

    Frammenti di Onda Pazza sono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.

    I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.

    Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.

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    23 分
  • Radio AUT: una decisione sofferta- Ep. 2
    2023/01/15

    Radio AUT sta per nascere in un momento di tensione e di forti lotte tra studenti e operai da una parte e le forze repressive dello stato dall’altro, che con tutti i mezzi, anche sparando sui dimostranti (vedi l’uccisione di Francesco Lorusso e Giorgiana Masi) cercano di criminalizzare e di reprime le contestazioni. Peppino ribolle … dice che non c’è modo di raccontare agli altri quello che succede e la radio è lo strumento ideale. La decisione do passare da una esperienza prettamente culturale ad una più politica è una decisione sofferta: porta con sè la previsione inevitabile della chiusura del circolo "Musica e Cultura". Una parte di noi passerà alla gestione della radio, quelli che restiamo non abbiamo più la forza di portare avanti una attività culturale che aveva avuto il grande merito nella capacità associativa dei giovani di due paesi che, se pur confinanti erano e sono diversi per formazione e cultura e che si stavano confrontando sul rapporto uomo-donna, sulle tematiche dell’attualità del tempo, senza preconcetti e o barriere, impegnati in tante attività di intervento sul territorio. Non è solo la chiusura di un'associazione culturale, ma anche quella di un progetto importante per l'intera comunità. Un progetto nato dall'esigenza di dare espressione e coesione al desiderio di miglioramento e di crescita sociale che da sempre anima i giovani e che ora fa il salto nell’impegno politico.

    Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.

    Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.

    Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.

    Frammenti di Onda Pazza sono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.

    I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.

    Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.

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    16 分