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Garibaldi e lo stoccafisso di Mammola da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino

Garibaldi e lo stoccafisso di Mammola da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino

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Sant'Eufemia in Aspromonte: sarebbe soltanto un fascinoso toponimo in una Calabria selvaggia e spesso dimenticata, ma è qui che il 29 agosto del 1861, nella grande pineta che sovrasta questo piccolo paese di tremila anime, a 50 km da Reggio Calabria, venne ferito e arrestato Giuseppe Garibaldi dalle truppe del neonato Regno d'Italia, incaricati di fermarne il cammino verso Roma e lo Stato Pontificio.
Da tanti anni volevo vedere questo luogo ed eccomi, dunque, in un pomeriggio tiepido davanti al grande pino secolare, protetto da una cancellata corrosa dalla ruggine, dove, secondo la tradizione, fu adagiato l'eroe di “due mondi" ferito a una gamba.
Accanto c'e la lapide grigia che ricorda l'episodio, semicoperta da un soffice tappeto di aghi di pino, tra fiori di ciclamini e pigne che a profusione ricoprono il terreno.
Da lassù l'occhio abbraccia il Tirreno e lo Ionio e coglie persino il triangolo di Sicilia e le isole Eolie.
Da queste parti si mangia lo "stocco", un piatto tipico di Mammola a base di stoccafisso, merluzzo essiccato all'aria preparato con salsa di pomodoro fresco, le patate a spicchi, le cipolle di Tropea, olive, capperi e peperoncini di Calabria.
Una volta era considerato il mangiare dei poveri, visto che i contadini lo offrivano ai braccianti in occasione dei lavori duri nella campagna.
La Taverna del Borgo a Mammola è una sorta di tempio dello stocco, cucinato in modi fantasiosi, è servito insieme alla ricotta affumicata, al formaggio caprino, ai salumi, al pane "pizzata" a base di mais cotto del forno a legna.
Non è propaganda. Ma il solo fatto di fermarsi a pranzo in quel posto, giustifica la fatica di centinaia di chilometri in quella Vallata del cuore dell'Aspromonte, dove, come scriveva Piovene: «Non sembra di essere nel Mezzogiorno, ma in Svizzera, nell'Alto Adige, nei Paesi scandinavi, con profonde valli, Canyon, e torrenti con pendenze precipitose».
La mia meta rimane, però, Sant'Eufemia, dove Garibaldi si era rifugiato lontano dai cannoni della Marina Regia, cercando una posizione ben difendibile.
Per arrivare in questo sito, legato alla storia del nostro Risorgimento, bisogna partire di buon mattino dal laghetto Rumia e percorrere poi il sentiero garibaldino tra i boschi di faggio maestosi e le profumate ginestre dei “carbunari" alte quasi tre metri con i fiori di un color giallo intenso.

Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «L’altro Sud» https://penisolabella.blogspot.com/2025/06/viaggio-ne-laltro-sud-di-salvo.html

Il racconto di un viaggio metaforico e personale alla ricerca delle "eccellenze“, per riscoprire città e luoghi così diversi l'uno dall'altro, ma tutti accomunati da una grande voglia di riscatto e di speranza. Per dar voce ad un "altro Sud", che non si arrende e scommette sul proprio futuro.

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