『PROGETTARE IL GIARDINO: LA BELLEZZA DELLA SEMPLICITA'』のカバーアート

PROGETTARE IL GIARDINO: LA BELLEZZA DELLA SEMPLICITA'

PROGETTARE IL GIARDINO: LA BELLEZZA DELLA SEMPLICITA'

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このコンテンツについて

I giardini, nel corso della storia, hanno sempre seguito il ritmo delle mode. Dal rigore rinascimentale dei giardini all’italiana, disegnati per controllare e dominare la natura con simmetrie e prospettive perfette, alle coreografie verdi della Versailles barocca, dove ogni siepe era un atto di potere, fino alla rivoluzione romantica del giardino inglese, che abbracciava laspontaneità, i laghetti serpeggianti, le rovine scenografiche, le sorprese lungo il cammino. Ma oggi, in molti contesti, si è superato il concetto di stile per abbracciare quello del"teatrino permanente".
Viviamo l’era del giardino-esibizione.
Quello con la piscina a cascata finta, i vetri colorati, le rocce importate, magari illuminate dal basso come in una vetrina.
Gli ulivi secolari sradicati, spostati di regione in regione come fossero bonsai da salotto, potati fino a perdere dignità.
E poi i giardini verticali, riproposti ovunque, anche dove non servono, come se la sola estetica della parete vegetale bastasse a stupire. Siamo passati dal giardino che accoglie…
…al giardino che grida. Eppure, il giardino nasce per altro. Non per esibire, ma per offrire rifugio.
Non per stupire, ma per sussurrare.
Come disse il paesaggista americano Frederick Law Olmsted, padre di Central Park: “Un giardino deve avere il potere di calmare, non quello di impressionare.”

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